mercoledì 19 dicembre 2007

AFRO SAMURAI - PRIMA STAGIONE



Basterebbero le premesse per annoverare Afro Samurai tra le uscite anime più appetibili di sempre. Un taciturno samurai errante di colore conosciuto come Afro, per la sua ingombrante pettinatura, vaga per un medioevo giapponese futuristico alla ricerca di vendetta e della fascia di Afro Samurai Numero Uno, il cui possessore dominerà il mondo e verrà salutato come un Dio. Se a questo si aggiunge una crew di extralusso che schiera tra i doppiatori nientemeno che Samuel L. Jackson per la voce di Afro, ma più che altro della sua logorroica spalla comica, Ninja Ninja, e Ron Perlman per la nemesi di Afro, Justice, "il Pistolero dalle Tre Braccia", come originariamente fu battezzato, oltre che le suggestive musiche di RZA leader del Wu Tang Clan, ormai dichiarato genio dell' hip hop più sperimentale, non si fa fatica a prevedere la proverbiale "figata pazzesca". Il fatto è che, nomi illustri a parte, la miniserie in 5 puntate diretta da Fuminori Kizaki, partita come cult già dalla sua genesi, funziona sul serio. La storia di vendetta e massacri all'arma bianca di Afro mantiene il respiro di poche puntate ma si tiene costantemente a livelli altissimi e non lesina continui colpi di scena e picchi emotivi. Il discorso è che nonostante la produzione materiale del prodotto sia quasi completamente giapponese,la Gonzo studio mantiene un occhio particolarmente attento al mercato occidentale ed a valorizzare gli elementi di richiamo che ha a disposizione(ad esempio: di fatto Ninja Ninja esiste esclusivamente per far parlare di più Samuel L. Jackson). Nonostante, ad una occhiata fugace, si possa identificare Afro Samurai come una rivisitazione fantascientifica di Ghost Dog ,le influenze reali si palesano immediatamente con un prologo che cita esplicitamente Kill Bill (le stesse musiche di RZA richiamano il precedente lavoro con Tarantino) e soprattutto nei continui rimandi alla sci-fi più popolare come Terminator, Robocop nonché una velata ma geniale strizzatina d'occhio a Star Wars con una versione bizzarra di Darth Vader, che determinano il surreale elemento cyber-punk dell'anime. A questo si sommino gli elementi più classici e superficiali del chambara, tra arti e teste mozzate e geyser di sangue, per avere una istantanea chiara del progetto Afro Samurai, tra gli incontri artistici tra Oriente ed Occidente più munifici degli ultimi anni.

di Gianluigi Perrone